295

Decimo dono: il fare sacrificale pregato:
*) Padre nostro
**) Fraternità nostra. La vera: sacrificale. Dal visuato la
vera trifacciale:
a) la collaterale: identica conciatura satanico-infernale:
amore di odio automaticizzato. È di tutti e non la
si sente. Cattiva, ma voluta per sé e per noi.
b) Discendente: scende l’azione di morte sacrificatrice.
È di tutti. Falso negarlo.
c) Ci manca la ascendente: la vita dal sacrificato al
nemico.
Fratelli maggiori e minori.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Gesù vi si accosta pregandolo: ‘Padre nostro
che sei nei ciei’. Preghiera dominicale, tutta sacrificale,
tutta da fare. L’inizio ci ha detto: la Paternità sua, la figlialità
mia; ci sta dicendo: la fraternità nostra.
Abbiamo una identica figlialità divina; ne consegue la fraternità
nostra. L’umana è qualcosa, ma la divina è molto di più.
(In comune:) Abbiamo in comune un battesimo cresimato
Paterno: è la base della fraternità nostra. Se fosse una base
statica o ferma, la fraternità sarebbe immobile. Ma invece, è
fortemente dinamica: è in gran movimento. Per quanto è
destinata ad un arricchimento continuo. La sua dinamica è
legata alla funzionalità di quel battesimo cresimato Paterno:
lo spirito di amore Paterno ci si è dato da vivere coagente lo
Pneuma. Nel nostro agire. E da vivere nel suo triplice contenuto:
al beneficale donativo: far del bene con quello che ho;
al sacrificale espropriativo: far del bene con quello che sono;
fino al sacrificale moritivo: (quello che mi si può togliere)
non tutti i beni componenti li posso sacrificare, come la vita,
non me la posso togliere; allora devo dispormi a lasciarmeli
togliere qualora il Padre lo voglia. Vivendone così io do sviluppo
pieno alla figlialità mia e alla fraternità nostra. E come
la figlialità vera è la sacrificale, così la fraternità vera è la
sacrificale; mentre la falsa che inganna l’intera umanità è la
fraternità egoisticale: ci si vuol bene e si fa del bene solamente
agli amici. Ed ora facciamo parola della fraternità
vera: la sacrificale, appunto.
1) (Trifacciale) Dal visuato Paterno io so di una fraternità
collaterale nelle attuali condizioni umane. Gli uomini
sono tutti sullo stesso piano, come i fratelli (uno a fianco
dell’altro) che in gergo giuridico si chiamano i collaterali.
Ebbene, come collaterali abbiamo in comune lo stesso
inquinamento satanico infernale: abbiamo in comune
l’amore egoisticale che è già odio infernale. (Uomini sub:
animali super) L’hanno in comune gli infanti, gli adolescenti,
i ragazzi, i giovani, i maturi, gli anziani. Dire che
i bambini non sono cattivi è cecità meschina.
I bambini sono cattivi piccoli, noi siamo cattivi grandi.
(Mi sento fratello del più delinquente) Fraternità collaterale
è tutta sacrificale: portiamo tutti la morte dell’amore
e in tutti può essere sacrificatrice. Direte che questa è fraternità
cattiva e lo è, ma è pur voluta dal Padre, che ama
il piccolare del suo sacrificale, ed è necessaria pure per
noi che siamo chiamati al sacrificale.
2) La fraternità che permane come collaterale, di continuo si
fa discendente: il fratello odia il suo simile. Anche questa
fraternità è di tutti. Nessuno dice: io non odio nessuno, perché
questa è la menzogna più mostruosa. A chi lo dice io
domando la prova: se voi non amate egoisticamente, allora
non odiate; ma siccome oggi l’egoisticità va in crescita
vertiginosa, altrettanto avviene per l’odio: l’amore egoisticale
è amore di odio. Fraternità sacrificale discendente ci fa
gli uni sacrificatori degli altri. In questo siamo tutti fratelli.
3) Quella che manca è la fraternità sacrificale ascendente.
Quando io mi lascio odiare con devoto silenzioso
amore sacrificale, io mi volgo in metamorfosi: sciolgo
la morte dell’amore e la trasformo in vita. È quella vita
dell’amore che ascende al mio fratello sacrificatore,
insieme a quella Paterna che viene dal suo sacrificale,
ed ha la capacità di toccarlo nel suo odio, di smuoverlo,
di convertirlo e di salvarlo.
Siamo tutti sacrificatori, ma nessuno si lascia sacrificare a
modo divino. Fraternità sacrificale malefica, ma niente
fraternità sacrificale benefica. È così che si formano i fratelli
maggiori e minori.
1) Maggiori: quelli che riducono il sacrificatore e fanno il
sacrificato.
2) Minori: quelli che più odiano e meno si lasciano odiare.
Fratelli maggiori per salvare i minori.

Nessun commento:

Posta un commento