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Decimo dono: la preghiera del dire sacrificale disponente
al fare.
2) Seconda componente della dinamica del visuato: satanica
la sua realizzazione.
Nella prima coppia umana vi esercita in modo determinante
il suo potere appropriativo con tre prime operazioni,
e fonda il suo diritto.
In ciascuno di noi impianta la sua meccanica infernale
che funziona automaticamente e piacevolmente per impedire
la solubilità del dolore.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Quello che mi do al piacerale mio, quello che
mi danno i miei fratelli sacrificatori, quello che mi dà il
corpo mio. Al suo sacrificale fisico Gesù si accosta con triplicata
preghiera di un dire sacrificale. Vi domanda l’allontanamento
di un calice. Quale? Il calice della separazione
e dell’abbandono Paterno, non temporaneo ma eternale.
Nel talamo Paterno ha gridato l’abbandono infernale
angelicale. Nel talamo Figliale ha gridato l’abbandono
infernale umanale. Il medesimo Figlio ha gridato due
inferni eternali: l’angelicale e l’umano. Quale umanale?
Non ha gridato l’inferno fideato. L’abbiamo ritenuto vero
e reale (pur simbolicale), ma ora voi più non lo credete. Ha
gridato l’inferno visuato. Non è mio, viene dallo Pneuma
il quale lo passa mediante il visuato Paterno. Se fosse solo
per me, l’avrei già sicuramente rifiutato, pur avendone
visto i contorni reale dentro di me; è dono stupendo per la
Chiesa di domani che sarà Chiesa visuata. L’inferno visuato:
‘È la malattia dell’amore Paterno che crescendo automaticamente
e piacevolmente, può toccare la sua maturazione
in morte viva dell’amore e fissarvisi eternamente’.
Vi abbiamo fissato una sua dinamica:
1) La sua prima componente: radice originante l’inferno
visuato è la sacrificalità dell’amore Paterno. La radice
è nella sua sacrificazione, espropriazione cessionale
generazionale Figliale. Non tocca la sua morizione. Se
la dà in metamorfosi nella quale l’eterna sacrificazione
che è atto puro può potenzializzarsi facendosi vivibile
e moribile. È dalla sua metamorfosi l’origine dell’inferno
visuato. Dalla sua sacrificazione alla sacrificalità,
alla piccolarità, alla infernalità. Mentre l’inferno fideato
discendeva dalla giustizia divina punitiva, il visuato
discende dalla giustizia sacrificativa. È giusto che
l’amore sacrificale arrivi alla sua morte viva e quindi
eternale.
2) Ed ora passiamo alla seconda componente della dinamica
dell’inferno visuato: satanica: è la sua realizzazione.
Esaminiamo le cose così come sono andate:
a) l’inferno angelicale se l’è dato personalmente
Lucifera. Non serve protestare: ma perché proprio
l’angela e non l’angelo? La spiegazione che risolve
la tremenda angustia è lì limpidissima: l’angela ha
una tensione appropriativa che l’angelo non può
avere: è solo l’angela che porta in grembo la sua
famiglia angelicale.
b) E l’inferno umanale? Il nostro lo realizza agendo
direttamente sulla prima coppia umana. Come?
Nella coppia lo realizza mediante tre prime operazioni: la
prima coniugazione, la prima concezione, la prima appropriazione
della famiglia umana direttamente e dell’amore
Paterno indirettamente. L’influsso satanico è determinante:
con esso esercita il suo potere infernalizzante l’amore
e fonda il suo diritto su tutte le umane concezioni. In ciascuno
di noi Satana fonda e istituisce la sua meccanica
infernale.
1) Me l’ha impiantata qui dentro a mia insaputa, non
appena mi ha visto incominciare con un battesimo cresimato
Paterno: è la concezione divina che accorre ad
ogni scatto di concezione umana.
2) L’amore Paterno me lo mette in malattia, e vi piega il
suo Agente: lo Pneuma.
3) Gli dà un movimento automatico mediante la forza travolgente
dell’istinto; uno svolgimento piacevolissimo,
capace di coinvolgere prontamente il mio consenso, e
proteso ad eliminare ogni sensazione di dolore per il
male che mi faccio all’amore, in modo da impedire
qualsiasi solubilità alla morte dell’amore che al passaggio
di vita è pronta a fissarsi eternamente.
La meccanica infernale che Satana impianta in ogni
umana e divina concezione è irremovibile fino alla mia
morte. È efficientissima e non conosce alcun intoppo. La
sua funzionalità la posso fermare o al sentire, o all’agire o
all’acconsentire. Scorrendo indisturbata mi porta di filato
alla maturazione e alla fissazione eternale.

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