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Decimo dono: il fare sacrificale pregato.
1) Padre nostro
*) Fraternità nostra
1) Umana: più figli di stessi genitori hanno in comune più
cose.
2) Divina: più carica e arricchevole.
Come figli di uno stesso Padre abbiamo in comune: raggio,
battesimo cresimato, vivibilità al sacrificale espropriativo,
volersi bene e far del bene.
Satana, il sacrificale espropriativo lo assegna alla egoisticità;
ne viene fraternità, comunione egoisticale dovunque
annidata.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco venir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Gesù vi si accosta pregandolo: ‘Se è possibile
passi da me questo calice’. Anche noi ci accostiamo pregandolo:
‘Padre nostro che sei nei cieli’: preghiera dominicale,
tutta sacrificale, e tutta è da fare. Il Padre nostro ci parla:
a) Della Paternità sua (mi dà di suo e di sé)
b) Della figlialità mia.
Sono un figlio chiamato a fare ciò che fa il Padre: Lui il
beneficale creativo, io il beneficale donativo. Si cede
espropriato all’uomo: parte con un sacrificale espropriativo,
e arriverà fino a un sacrificale moritivo. Così il Padre
ama fino a lasciarsi odiare. E la persona dovrà seguirlo?
a) La precedenza è del Figlio: ama fino a lasciarsi odiare
dalla sua Chiesa.
b) Per noi l’invito alla sequela: ‘Se qualcuno mi vuol
seguire prenda ogni giorno la sua croce’ dell’odio e
mi segua.
Devo amare fino a lasciarmi odiare. Del Padre ne ho la capacità:
mi si è dato da vivere al sacrificale espropriativo per
giungere fino al moritivo. I limiti: il potere del nemico è regolato
personalmente dal Padre: mi può fare solo quel male che
il Padre gli consente, e per uno scopo ben preciso: (Finalità)
1) Facilitare la mia metamorfosi.
2) Valutare la sua creatura, associandola alla sua azione
salvifica.
Il Padre nostro ci parla:
*) Della fraternità nostra: dalla Paternità sua viene la
figlialità mia. Così dalla figlialità nostra viene la fraternità
nostra. Tutti abbiamo la medesima figlialità divina: è da
essa che deriva la fraternità nostra.
1) Fraternità umana: è la prima che ci si presenta: più figli
degli stessi genitori si chiamano fratelli e lo sono davvero:
fratelli perché hanno in comune più cose. Hanno
in comune lo stesso talamo genitoriale, in comune lo
stesso grembo materno, in comune un ambiente, educazione
e consuetudine di vita famigliare: comunanza di
origine e comunanza di vita. Questo ci aiuta a comprendere
un’altra fraternità, e la chiamo:
2) Divina. Immensamente più ricca dell’umana e più stabile:
col passare degli anni l’umana si va impoverendo,
mentre la divina permane intatta, anzi si va arricchendo.
Poiché siamo figli dello stesso Padre, in comune
abbiamo: un raggio dello spirito Paterno: uno per ciascuno;
il latore di quel raggio: lo Pneuma Paterno; la
concezione battesimale con la quale ce lo ha unito in
modo indissolubile: la cresima Pneumatica con la quale
lo Pneuma ci si è fatto dentro senza mai più lasciarci.
In comune avremmo avuto un medesimo amore
Paterno vissuto al sacrificale espropriativo. Quel vivere
conforme avrebbe dato al vivere umano una movenza
paradisiaca. Ci saremmo voluti bene e si saremmo
fatti esclusivamente del bene. Avremmo avuto un
meraviglioso beneficale fraterno, che non avrebbe
escluso nessuno. Ma Satana vi mette mano assegnando
la mia beneficalità e sacrificalità solamente alla mia
egoisticità: farai del bene solamente ai tuoi amici.
Nasce la corrente beneficale amicale. Il bene circola
solamente tra amici, nell’intento di dare spaziosità al
piacerale della vita. Nasce con gli amici la comunione
egoisticale, tanto ingannevole quanto instabile.
Fraternità piacerale: si mette in comune il piacerale
della vita. La fraternità egoisticale si annida dovunque.
La trovate nella famiglia, nelle amicizie mondane, la
trovate nelle amicizie religiose, la trovate finanche
nelle amicizie sacerdotali: fraternità umana, religiosa e
sacerdotale: hanno in comune l’egoisticità.
Insidiosissima fraternità egoisticale che alimenta inesorabilmente
l’odiosità inimicale. La fraternità egoisticale
non concede alcuno spazio alla fraternità vera, che è
una sola: la fraternità sacrificale.

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