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Decimo dono: la preghiera del dire sacrificale disponente
al fare.
Il calice amaro della separazione eternale non può essere
rimozionale. In croce Gesù ne domanda il perché del suo
abbandono. Paolo ne ha dato una spiegazione. Per espiare
e soddisfare il Padre si carica di tutti i peccati, e ne ha
abbandono dal Padre che odia i peccati e il Figlio che ne
è carico.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Quello che mi do al piacerale, quello che mi
danno i miei fratelli sacrificatori, quello che mi dà il corpo
mio. Al suo sacrificale fisico Gesù si accosta con una triplice
preghiera del dire sacrificale. Vi domanda l’allontanamento
di un calice:
1) Non è il calice del sacrificale fisico: non lo teme, non
lo fugge, anzi vi anela.
2) Non è il calice ecclesiale di amarezza morale che il
Figlio riceve dal Padre: vignaiolo sempre pronto a recidere
da una vite che è Gesù ecclesiato i tralci che non
danno frutti sacrificali.
3) Non è neppure il calice ecclesiale di amarezza sostanziale
che il Figlio ecclesiato subisce dal Padre ecclesiato.
La Chiesa Figliale fideata si sta sfilacciando. Una nuova
Chiesa Figliale visualizzata si sta muovendo sull’orizzonte
della storia umana. È il Figlio che si unisce sostanzialmente
il suo discepolo con un battesimo cresimato Figliale
cosciente. Allora vi sono due possibilità: o il Figlio riesce
a sciogliere la morte dell’amore Paterno, ovvero Lui si
lascia uccidere dal Padre ecclesiato. Calice di amarezza
sostanziale: subisce la morte dell’amore; non teme e non
fugge, vi anela. Anche perché con quella morte dell’amore
spera di poter seguire il Padre nella morte eterna dell’amore.
Aut: o Trinità paradisiaca ecclesiale, aut: o
Trinità infernale ecclesiata. Il sacrificale fisico, quello
ecclesiale, accolti con purissimo amore, gli fanno scoppiare
la gola sacrificale. Non vorrebbe il calice della separazione
eternale dal Padre suo; è pronto a berlo secondo la
volontà del Padre. Domanda una morte eternale col Padre,
ma non la ottiene.
Sembra che la negazione Paterna non abbia recato con sé
la spiegazione. Diciamo sembra: perché il Figlio stesso ne
fa richiesta al Padre, nel momento finale del suo terribile
sacrificale fisico. Scrive Marco che Gesù verso l’ora nona:
le tre pomeridiane, mandò un grido: ‘Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?’.
Quel grido domanda la spiegazione. Anche la nostra
Chiesa cristiana si è data alla ricerca della spiegazione di
quell’abbandono. Eccone la spiegazione ecclesiale: il
Padre è indignatissimo per i peccati dell’umanità, non c’è
nessuno che possa espiarli generosamente e dare a Lui
piena soddisfazione. Quello che l’umanità intera non può
fare, uno solo lo può realizzare. Il Figlio che sollecita dal
Padre la missione in carne umana: ‘Manda me’. E il Figlio
venuto in carne umana, raduna tutti i peccati dell’umanità,
quel carico umanamente insopportabile se lo tira addosso,
se lo porta nel suo corpo, e mediante la sua fissazione alla
croce che lo uccide, trascina alla morte tutto quel carico
infernale. A questa operazione del Figlio si è dato un
nome: soddisfazione vicaria.
Il Figlio cioè sostituisce l’umanità espiando generosamente
il suo peccato e dà piena soddisfazione al Padre implacabile
nella sua indignazione.
Ma il Padre odia il peccato, e non può affiancarsi amorevolmente
e pietosamente a un Figlio, che si è come immedesimato
col peccato di tutta l’umanità; e cosa fa? Avrebbe
almeno dovuto farsi davanti al Figlio, nell’atto di accogliere
con gradimento quella soddisfazione piena e non
negargli la sua amicizia, recuperata e ricomposta. Niente
di tutto questo. Il Padre se ne va, lo pianta in asso; meglio:
sulle assa, e lascia il Figlio in preda a una desolazione smisurata,
senza alcuna misura sopportabile.
Da chi abbiamo ereditato una simile spiegazione?
L’abbiamo raccolta dall’apostolo Paolo, che la espone
nelle sue lettere alle prime comunità cristiane. Di meglio
non poteva dare, dal momento che lo Pneuma non aveva
ancora parlato su quell’abbandono.
Il peccato fideato ci ha fornito una spiegazione.
La vera spiegazione l’ha pronta il peccato visuato: quello
che lo Pneuma è pronto a farci vedere.

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